martedì 17 novembre 2015

MASCHITO



Maschito (Mashqiti in arbëreshë, Maschìte in dialetto lucano) è un comune italiano di 1.719 abitanti della provincia di Potenza, in Basilicata, e occupa una superficie di 45,49 km². Insieme a Barile, Ginestra, San Costantino Albanese e San Paolo Albanese, è un paese arbëreshë della Basilicata.

Il paese vulturino sorge prevalentemente in zona collinare, compreso tra i 359 e i 894 metri sul livello del mare. Il clima è un misto tra quello appenninico e mediterraneo con estati calde e secche ed inverni freddi con precipitazioni abbondanti. Il territorio è prevalentemente utilizzato per la coltivazione di vite, ulivo e grano ed esistono radi boschi. Ci sono piccoli ruscelli a carattere torrentizio.

Le cause per cui Maschito abbia potuto essere così denominato, possono essere almeno tre:
Il presunto "Ratto delle donne venosine" da parte dei profughi in gran parte di sesso maschile, immigrati nel secolo XV, dall'Epiro.
L'attributo di origine latina "masculetum", come terra di viti maschie, cioè di Aglianico che produce il pregiato vino D.O.C.
L'omonimia con un paese balcanico che gruppi di immigrati qui stanziatisi avrebbero dato alla terra maschitana, in dei luoghi natii.

Maschito fu in epoca romana una fortezza militare, ma dopo un terremoto nel XIV secolo il paese fu abbandonato. Maschito sorse verso il 1467 sotto Ferdinando D'Aragona, quando Giorgio Skanderbeg gli mandò truppe per combattere gli Angioini pretendenti al trono di Napoli.
Dopo la presa di Croia da parte dei turchi, si ebbe, tra il 1478 e il 1479, una prima emigrazione di albanesi in Basilicata. Più tardi nel 1533 quando la conquista dell'Albania fu definitiva si aggiunsero, ai primitivi albanesi, dei coloni greci-albanesi provenienti da Corone. Col trattato di pace tra Carlo V e il sultano Solimano I, firmato a Costantinopoli nel 1533, la piazzaforte di Corone veniva consegnata ai turchi a condizione che gli abitanti, disposti a lasciare la città, si imbarcassero su di una flotta e si rifugiassero in Italia. In tal modo i coronei si dispersero in varie località dell'Italia meridionale.
A quel tempo, il territorio di Maschito era proprietà della Mensa Vescovile di Venosa e del Priorato del Santo Sepolcro dell'ordine Gerosolimitano di Bari. In seguito, il De Icis nel 1539 a Venosa, sotto il viceré di Napoli Don Pedro de Toledo, debitamente autorizzato, fondò il Casale di Maschito e, con atto pubblico, redatto dal notaio Giovanni Francesco De Judice di Cosenza il 26 settembre 1541, i greci albanesi si obbligarono a pagargli l'annuo censo d'un ducato (£. 4,25) per ogni focolare o tugurio e, in più, 200 ducati (nel caso che il numero dei focolari aumentasse anche di uno solo).
A Maschito si conservò, nei primi due secoli, il rito greco-ortodosso ma dopo fu accettato, a causa alle pressioni del vescovo Deodato Scaglia, il rito latino. Vi scoppia, nel settembre 1943, una sommossa popolare antifascista che dà origine per poche settimane alla Repubblica di Maschito, la prima Repubblica libera italiana emersa dalla Resistenza.

martedì 13 ottobre 2015

BARILE

Stemma del Comune di Barile
Provincia Potenza (PZ)
Regione Basilicata
Popolazione 2.815 abitanti(01/01/2015 - Istat)
Superficie 24,13 km²
Densità 116,68 ab./km²
Codice Istat 076011
Codice catastale A666
Prefisso 0972
CAP 85022

Il Comune fa parte delle Associazioni Città del Vino e Città dell'Olio e del Movimento Patto dei Sindaci.
Elezioni
Il 28 e 29 marzo 2010 i cittadini di Barile si sono recati alle urne per le elezioni regionali 2010. Vito De Filippo è stato riconfermato presidente della Regione Basilicata.
Il 17 e 18 novembre 2013 si sono tenute le elezioni regionali Basilicata 2013. Marcello Pittella è stato eletto nuovo presidente della Regione Basilicata.
Il 25 maggio 2014 si è votato per le elezioni comunali 2014. È stato eletto il sindaco Antonio Murano.

domenica 27 settembre 2015

GINESTRA

Ginestra (Zhura in lingua arbëreshë) è un comune italiano di 740 abitanti [4] della provincia di Potenza, in Basilicata, situato nel Vulture-Melfese.
Costituisce, insieme a Barile, Maschito, San Costantino Albanese e San Paolo Albanese, la minoranza etnico-linguistica arbëreshë (italo-albanese o greco-albanese) in Basilicata.

Il paese sorge a 564 metri s.l.m. nella parte centro-meridionale del Vulture, a nord della provincia potentina.
Confina con i comuni di: Ripacandida, Barile, Venosa, Maschito e Forenza.
Dista 14 km da Melfi, 50 km da Potenza, 70 km da Foggia e 95 km da Matera.
Inoltre, con 13,21 km² di territorio comunale, Ginestra è l'ultimo comune della Basilicata per estensione territoriale, dopo Campomaggiore[5].
Cenni storici[modifica | modifica wikitesto]
Comune del Vulture, il suo territorio fu ripopolato da esuli epiroti (o secondo alcuni di Scutari) grazie alla concessione di Troiano Caracciolo, feudatario di Ripacandida, che nel 1478 diede ai greco-albanesi il permesso di edificare le abitazioni in quella zona che originariamente si chiamava Lombarda Massa, ovvero il podere («mansus») dei longobardi.
Ancora oggi a Ginestra sono vive molte tradizioni balcaniche e gli abitanti del posto tengono viva la lingua arbëreshë. Ed è proprio per valorizzare e tramandare questa lingua che nel piccolo centro del Vulture è stato istituito uno sportello linguistico. Anche la protettrice del paese giunge da oriente: trattasi della Madonna di Costantinopoli, a cui è intitolato il santuario che si trova poco distante dal paese. Costruito nel 1588, al suo interno si può ammirare un affresco murale di scuola orientale del XVI secolo, raffigurante la Vergine. Qui sono custodite anche due tele del XVIII secolo: in una è rappresentata la Madonna del Latte, tra le figure di San Giovanni, San Nicola e San Borromeo; nell'altra tela è invece riprodotta una Pietà. L'altro principale luogo di culto del paese è situato in pieno centro storico: la chiesa madre di San Nicola Vescovo, risalente al XVI secolo, è impreziosita da un coro ligneo del XVIII secolo e da due lampadari stuccati in oro. Nel corso dei secoli, la chiesa madre è stata più volte ricostruita, ma è negli anni novanta che ha subito un restauro completo. Durante questi ultimi scavi è stato riportato alla luce un battistero per immersione composto da 12 archi, in cui sono raffigurati alcuni personaggi che probabilmente rappresentano i 12 apostoli.

mercoledì 16 settembre 2015

VENOSA, UNA MERAVIGLIOSA CITTA'

Venosa (Venusia in latino, Venòse in dialetto lucano) è un comune italiano di 11.919 abitanti[2] della provincia di Potenza, in Basilicata, situato nell'area del Vulture. È uno dei 196 comuni iscritti all'associazione "I borghi più belli d'Italia", assieme ad altri quattro della regione: Acerenza, Castelmezzano, Pietrapertosa e Guardia Perticara.


Venosa è sita nel nord della Basilicata su un altopiano compreso tra due valli ed è circondata da una rigogliosa vegetazione e da numerose alture. L'escursione altimetrica del territorio venosino varia dai 177 m s.l.m. agli 813 m s.l.m., gran parte del centro cittadino però sorge ad una quota variabile tra i 400 m s.l.m. ed i 430 m s.l.m. La casa municipale si trova ad un'altitudine di 415 m s.l.m.[1].
Il clima è di tipo temperato-sublitoraneo con estati calde e secche ed inverni piuttosto freddi e umidi. Non è raro superare i 40° in estate ed andare al di sotto dello zero in inverno. La media pluviometrica si aggira intorno ai 700mm annui, con i picchi precipitativi nel periodo autunnale ed invernale. I mesi estivi, invece, sono quelli più secchi. La neve fa la sua comparsa ogni inverno con una media di 20 cm/anno circa.

Le tracce rinvenute (risalenti a circa 600.000 anni fa) assieme a resti di una necropoli neolitica, trovati in località Toppo d'Aguzzo a Rapolla nelle vicinanze del territorio venosino, certificano la presenza umana nel territorio di Venosa sin dai tempi della Preistoria. Gran parte di queste testimonianze si trovano al "Parco Paleolitico" di Notarchirico, un'area non molto lontana dal centro.
La cittadina, probabilmente fondata dalle popolazioni latine, fu strappata dai Romani ai Sanniti nel 291 a.C. dal console Lucio Postumio Megello, che ne fece una colonia latina, ove si trasferirono circa 20.000 individui. Dopo la battaglia di Canne (217 a.C.) vi riparò il console sconfitto Gaio Terenzio Varrone[10]. Durante la seconda guerra punica, nel 208, vi morì il console Marco Claudio Marcello, attaccato da Annibale durante una ricognizione.
In seguito alla guerra annibalica la città fu ridedotta (200 a.C. ca.), con l'invio di nuovi coloni. Nel 190 a.C. la fondazione della Via Appia è occasione di forte sviluppo del centro. Durante la guerra sociale fu al fianco degli alleati italici, ma fu sottomessa da Quinto Cecilio Metello Pio e nell'89 a.C., nonostante questo, ricevette il titolo di Municipium (città romana), ottenendo il diritto di voto e di cittadinanza per i suoi abitanti.
Con l'apporto di nuovi coloni, Venosa acquisì un grande sviluppo, data anche la sua collocazione privilegiata nella Via Appia (una delle più importanti vie di comunicazione dell'antichità), che collegava Roma a Brindisi. Nel 65 a.C., nel municipio nacque e visse la propria adolescenza Quinto Orazio Flacco, uno dei più illustri poeti dell'epoca antica, emigrato, in seguito, a Roma. Nel 43 a.C. fu oggetto di una nuova deduzione da parte dei triumviri, che ne espropriarono i terreni dell'ager publicus, ridistribuendoli tra i veterani.
Con l'età imperiale, nei primi periodi dell'avvento del Cristianesimo (intorno al 70 d.C.), si insediò a Venosa una delle prime comunità ebraiche in Italia, che riuscì a integrarsi con la popolazione locale. Una testimonianza di tale convivenza è la collina della Maddalena, in cui sono collocate nelle sue cavità sia sepolture semite che cristiane. Nel 114 d.C. fu aperta la via Traiana, che collegava Benevento e Brindisi ma che non toccò Venosa, portando conseguenze economiche svantaggiose per la città.
Diverse le ipotesi sull'etimologia di Venusia. Raccoglie maggior credito quella che ritiene la città fondata in onore della dea dell’amore, Venere (in latino Venus, anche tramite il trasformato fenicio Benoth). Per altri, l’origine del nome è nell’abbondanza e bontà dei suoi vini (vinosa), oppure nelle vene d'acqua di cui è ricca o, ancora, nel clima ventilato (ventosa).

mercoledì 9 settembre 2015

BIBLIOTECA COMUNALE VENOSA


NEL CASTELLO SI TROVA LA BIBLIOTECA COMUNALE DI VENOSA.


DOTAZIONE LIBRARIA: 14.200 Volumi

ORARIO DI APERTURA AL PUBBLICO:
Mattina: dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 13,30
Pomeriggio: martedì e giovedì dalle ore 16,00 alle 18,00

ACCESSO ALLA BIBLIOTECA: dai sei anni in poi.

SERVIZI: consultazione , prestito esterno, fotoriproduzione e reference.

FOTORIPRODUZIONE: il servizio è offerto a pagamento secondo il regolamento interno, nel rispetto delle norme sul diritto d'autore.

OPERE NON AMMESSE AL PRESTITO: Fondo Antico (n.699 volumi).

CONSULENZA
Informazioni bibliografiche e documentarie sui cataloghi di cui dispone la Biblioteca, informazioni sui repertori bibliografici, supporto per il recupero di notizie bibliografiche, notizie su persone, su avvenimenti o altro che siano necessarie allo studio o semplicemente agli interessi del lettore.

SEZIONI SPECIALI
- Sezione Oraziana
- Fondo Antico


PERIODICI
La Discussione dal 1979 al 1990;
Rinascita dal 1981 al 1987;
Critica Marxista dal 1979 al 1989;
Nord e Sud dal 1954 al 1990;
Civiltà Cattolica dal 1972 al 1990;
Nuova Antologia dal 1982 al 1988;
Storia Contemporanea dal 1979 al 1990;
Mondoperaio dal 1979 al 1993;
La Biblioteca conserva, inoltre, i seguenti giornali quotidiani:
L'Unità dal 1981 al 1999;
La Stampa anno 1986;
La Gazzetta del Mezzogiorno dal 1982 al 1987i;
Corriere della Sera dal 1985;
Il Tempo dal 1982 al 1987;
L'Osservatore Romano dal 1981 al 1990;
L'Avanti dal 1983 al 1992;
L'Umanità dal 1984 al 1991;
Il Popolo dal 1986 al 1997;
LA RICERCA DELLE NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE E' POSSIBILE ATTRAVERSO: catalogo tradizionale costituito da schede cartacee formato standard. E' in corso di realizzazione la schedatura del Fondo Antico e la realizzazione di un progetto per la schedatura informatizzata del medesimo Fondo.

LA RICERCA SUI CATALOGHI PUO' ESSERE EFFETTUATA ATTRAVERSO:
Catalogo alfabetico per autori
Catalogo alfabetico per soggetti
Catalogo sistematico per materia o classificato (ordinato secondo la Classificazione Decimale Dewey).

DONAZIONI: - Fondo Saraceni - Fondo Briscese - Fondo De Luca - Fondo Chiappella - Fondo Gallo. Si segnalano, inoltre, numerose donazioni di singoli volumi.

martedì 1 settembre 2015

IL PARCO ACQUATICO DI VENOSA






Tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.30 il parco ti offrirà relax e divertimento.

  Il luogo ideale per un fresco break dal caldo estivo.

Tutti i giorni:
€ 22,00 per tutti.
Ingresso pomeridiano tutti i giorni dalle ore 14.00 in poi:
€ 13,00 per tutti
Ingresso gratuito per i bambini fino ad 1 metro di altezza
Ombrelloni e lettini (ad esaurimento):
€ 5,00 tutti i giorni
Le biglietterie sospendono il servizio 1 ora e mezza prima della chiusura del Parco e comunque in ogni caso in cui la capienza massima venga raggiunta.
La Direzione del Parco si riserva di modificare il calendario di apertura e chiusura senza preavviso, principalmente per perduranti condizioni climatiche particolarmente avverse.

CONDIZIONI D'INGRESSO PER GRUPPI 
Consultare la sezione Gruppi del nostro sito internet.
INFORMAZIONI GENERALI (estratto del regolamento da consultare) 
Il biglietto d'ingresso dà diritto all'uso illimitato di tutti i giochi acquatici situati all'interno del Parco.
Gli ombrelloni ed i lettini sono a pagamento fino ad esaurimento.
E' obbligatorio l'uso della cuffia da bagno per tutte le piscine; le stesse potranno essere comunque acquistate all'interno del parco.
E' vietato introdurre nel parco animali ed ogni genere di oggetto in vetro (hotel per cani gratuito).
Sono disponibili armadietti per il deposito di oggetti personali ad € 2,00 cadauno più la consegna di un documento di riconoscimento che verrà restituito a fine giornata; in mancanza di tale documento sarà richiesto il pagamento di una cauzione di € 3,00 da restituirsi a fine giornata.

giovedì 27 agosto 2015

PALAZZI IMPORTANTI DI VENOSA

PALAZZO DEL BALI'

Edificato nel XV sec. e restaurato dal Balì dei Cavalieri di Malta in cui si godeva del diritto d’asilo con immunità. Nel 1808 il Baliaggio venne abolito dai francesi.



PALAZZO DEL CAPITANO
Di stampo seicentesco, con balcone barocco in ferro battuto. E’ situato sui margini del vallone del Ruscello.

PALAZZO CALVINI

Di impianto seicentesco, il palazzo ha subito interventi successivi nel settecento e nell’ottocento che gli hanno conferito l’attuale configurazione. All’interno una tavola marmorea ( I Fasti Municipali) con l’incisione dei nomi di magistrati romani dal 34 al 28 a.C.. Oggi sede Municipale.