giovedì 27 agosto 2015

PALAZZI IMPORTANTI DI VENOSA

PALAZZO DEL BALI'

Edificato nel XV sec. e restaurato dal Balì dei Cavalieri di Malta in cui si godeva del diritto d’asilo con immunità. Nel 1808 il Baliaggio venne abolito dai francesi.



PALAZZO DEL CAPITANO
Di stampo seicentesco, con balcone barocco in ferro battuto. E’ situato sui margini del vallone del Ruscello.

PALAZZO CALVINI

Di impianto seicentesco, il palazzo ha subito interventi successivi nel settecento e nell’ottocento che gli hanno conferito l’attuale configurazione. All’interno una tavola marmorea ( I Fasti Municipali) con l’incisione dei nomi di magistrati romani dal 34 al 28 a.C.. Oggi sede Municipale.




domenica 23 agosto 2015

LE CHIESE DI VENOSA

CHIESA SANTA MARIA DELLA SCALA


Eretta nel 1589 dal vescovo Rodolfo da Tussignano, conserva le reliquie di San Teodoro . L’annesso convento fino al 1868 ospitava quaranta monache cistercensi.

                                             CHIESA DI SAN MARTINO
Situata in un vicolo della vecchia Venosa; la prima notizia da un documento del 1262. Nel 1530 viene unita al Capitolo della Cattedrale e rimane con il nome di parrocchia fino al 1820.

CHIESA DI SAN FILIPPO NERI O IL PURGATORIO


Monumento di rilevante valore artistico del 1679 , con fregi, volute, nicchie pinnacoli, che rispecchiano l’arte barocca. Sul portale d’ingresso la scritta “ Pulvis et umbra “ del poeta latino Quinto Orazio Fl.( v.16, Ode 7, libro IV). Conserva il dipinto di S.Filippo Neri . 

CATTEDRALE DEI SANTI FELICE ED ANDREA
Imponente complesso architettonico rinascimentale fatto erigere da Pirro del Balzo nel 1470. Divisa in tre navate (di cui quella centrale alta 13 m.) con cappelle laterali. Tra le navate e il presbiterio si erge un maestoso arco gotico. La Chiesa fu consacrata nel 1531 dal Vescovo Ferdinando Serone, spagnolo, sotto il pontificato di Clemente VII. Conserva la tomba di Maria Donata Orsini, reliquie e dipinti. E’ annesso il campanile di 42 m. la cui costruzione durò 125 anni.

CHIESA DI SAN BIAGIO


Posta in un vicolo della città, di particolare interesse sono la facciata di stile rinascimentale e i medaglioni laterali raffiguranti lo stemma di Pirro del Balzo e lo stemma dei principi Ludovisi.

CHIESA DI SAN DOMENICO

Edificata nel 1348, la chiesa conserva l’annesso convento che si estendeva col giardino fino a piazza Orazio Fl.. Caratteristica la facciata con motivi floreali e un trittico di figure aureolate del XIII sec..

CHIESA DI SAN ROCCO


Eretta dopo la pestilenza del 1501 in onore del Santo ( patrono di Venosa) che avrebbe liberato la città dalla peste. Nel 1851 la chiesa subì gravi danni a causa del terremoto.

CHIESA MADONNA DELLE GRAZIE 

Edificata nel XVI sec. con l’annesso convento. Completamente restaurata con i fondi del Giubileo 2000.

CHIESA DELL'IMMACOLATA

Di stampo moderno , costruita dalla Curia nel 1958.

CHIESA DEL SACRO CUORE


Costruita nel 1984.

lunedì 17 agosto 2015

IL SITO PALEOLITICO

Il sito Paleolitico potrebbe avere un’età compresa tra 300-400 mila anni . Esso rappresenta una delle più complete sequenze dell’ Acheuleano Medio italiano ( periodo preistorico del Paleolitico inferiore).

Le ricerche hanno portato in luce una serie di livelli frequentati dall’uomo, ben distinti tra loro, dove sono concentrati resti di fauna tra cui una vertebra e un frammento di mandibola di elefante. In tutti i livelli le specie animali più frequenti sono l’elefante, i cervidi, i bos, i bison.

Di rilevante importanza un cranio di Elephas antiquus rinvenuto durante gli scavi del 1988 e il più antico resto umano ritrovato nell’Italia Meridionale : un femore umano frammentario fortemente fossilizzato attribuito ad un individuo femminile di età adulta “ Homo erectus”. Gli studi e le ricerche sul sito sono stati condotti dagli anni ’50 e ’70 dall’Istituto Italiano di Paleontologia Umana e dal Museo di Antropologia di Monaco, in seguito dallo stesso Istituto in collaborazione con la Soprintendenza Speciale al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “ L.Pigorini”.

mercoledì 12 agosto 2015

L'ANFITEATRO



II monumento fu realizzato in parte su terrapieno artificiale, in parte adagiato sul pendio collinare. L'ellisse, scavata solo parzialmente, era costituita da un anello esterno pilastrate e da un corpo centrale su tré livelli, occupati dalle gradinate della IMA, MEDIA e SUMMA CAVEA. I settori erano sostenuti da tré corridoi anulari e da ambienti delimi- tati da muri radiali generalmente non accessibili, tranne i due posti ai lati dell'asse maggiore, presso i quali si saliva all'IMA CAVEA. Il passaggio alle gradinate avveniva attraverso l'ambulacro; alla SUMMA CAVEA condu- cevano anche rampe poste lungo il portico esterno, di cui sono visibili solo le fondazioni in opera cementizia e parte dei plinti in pietra. Al centro dell'arena alcuni ambienti sotterranei con funzione di servizio (magazzino per le attrezzature, ricoveri per le bestie da combattimento, ecc.) sono scavati nella roccia e foderati in opera mista. L'anfiteatro, costruito in opera reticolata nel corso del I sec. d.C., ebbe grossi interventi di consolidamento strutturale durante il II sec. d.C., mediante muri di rinforzo in opera mista, fase in cui sono da ricondursi anche i sotterranei. L'edificio venne realizzato in un'area già edificata, saldan- do e perimetrando, con un muro in opera reticolata, due isolati dell'estrema periferia cittadina ed una strada. Numerose strutture plausibilmente abitative, non più visibili, rinvenute inglobate nei cunei e nella zona antistante l'anfiteatro, si riferiscono a fasi edilizie repubblicane ( III-I sec. 

domenica 9 agosto 2015

IL PARCO ARCHEOLOGICO

La unicità del caso di Venosa emerge dalle possibilità che questo centro offre avendo conservato una notevole parte dell'area urbanizzata in antico priva di edilizia moderna; il comprensorio della SS. Trinità, ricco di testimonianze di una continua occupazione dalla fase repubblicana romana all'età medioevale inoltrata, non ha infatti subito il trauma- tico inserimento della città moderna ed offre dunque un esempio rarissimo di stratigrafia urbana antica e medioevale indisturbata in un centro moderno. La particolare disponibilità di questa città a divenire un caposaldo nello studio dell'evolversi dei centri di fondazio- ne antica e vissuti continuativamente fino ad oggi è altresì garantita dalla qualità delle testimonianze monumentali e dalla vasta gamma delle tipologie architettoniche conserva- te. I modelli degli impianti abitativi verificabili nella zona della SS. Trinità possono tradurre in chiave areale, e dunque completare, i documenti monumentali conservati a livello episodico e parziale negli isolati della città moder- na; il rapporto tra gli spazi pubblici e privati nella stessa area-pilota può guidare l'analisi filologica del parcellario del centro storico; la presenza di impianti specialistici (anfiteatro, terme) è indizio del livello di monumenti che non potevano essere assenti in un centro la cui immagine era di massimo rilievo nell'ideologia della whanitas antica. Non diversamente la qualificazione architettonica dei monumenti ecclesiali della zona della SS. Trinità invita alla formulazione di problematiche anche nel campo delle testimonianze quasi sempre indirette di analoghi complessi, che altrove hanno lasciato brani monumentali riutilizzati o inglobati in successive superfetazioni, dalla Cattedrale al Castello. L'impianto termale, l'anfiteatro e il complesso ecclesiale della SS. Trinità costituiscono i momenti princi- pali dell'itinerario archeologico, ma per evitare che si pongano quali episodi isolati nella lettura storica e topografica del comprensorio devono costituire le tappe del continuum della città. E in tal senso accanto al plafond del tessuto abitativo assume grande significato la maglia viaria antica che sarà sempre più con il procedere delle ricerche l'elemento di collegamento tra le varie aree del parco, individuando già di per sé il filo del percorso attrezzato secondo il concetto informatore di "capire una città percorrendo le sue strade".

lunedì 3 agosto 2015

LA CASA DI QUINTO ORAZIO FLACCO


Si tratta di un edificio romano, nel quale in realtà sono stati più correttamente individuati ambienti termali (di sicuro un calidarium); la facciata è ancora in mattoni a legatura reticolata, mentre a sinistra dell'ingresso è murato un bassorilievo.

E’ la casa in cui sarebbe nato QUINTO ORAZIO FLACCO e che (secondo un'antica tradizione venosina) il poeta ricordava come la "domus" che dava sull’immensa valIata del Reale. Recenti scavi hanno dimostrato essere parti di terme di una casa patrizia composta dal "calidarium", cioè da una stanza rotonda per i bagni d’acqua calda, e da un altro vano rettangolare. La facciata si presenta in "opus reticulatum". A sinistra dell'ingresso vi è un avanzo di scultura incastrato nel muro. La finestrella che si affaccia sul vicolo ha la forma di un ferro di cavallo. Infine, sotto la strada del vicolo fu scoperto un mosaico con soggetti marini,oggi coperto da una botola.