venerdì 31 luglio 2015

LA CHIESA INCOMPIUTA

La chiesa incompiuta si innesta sulla c.d. chiesa vecchia, in continuità con i muri perimetrali, mantenendone il medesi- mo asse e le stesse dimensioni trasversali. È costituita da un corpo longitudinale, previsto a tré navate, con un ampio transetto sporgente ed absidato ed un coro molto profondo, circondato da un deambulatorio con cappelle radiali. In corrispondenza dell'attacco del transetto con il deambulatorio sono inserite due torrette scalari. Il corpo longitudinale presenta cinque colonne con grandi capitelli corinzi ed un pilastro polistilo all'incrocio con il transetto solo sul lato destro, mentre sul sinistro non furono realizzate neppure le fondazioni del colonnato settentrionale. Non fu mai realizzata la copertura. Cresciuta alle spalle della chiesa vecchia, ['Incompiuta resta l'unico caso visibile di un fenomeno che normalmente si doveva verificare quando si costruiva una chiesa nuova sul luogo di una più antica: generalmente si lasciava in piedi la prima, fino al momento in cui la nuova non era in grado di funzionare pienamente. Molto discussa la datazione del monumento, eseguito comunque in un arco di tempo piuttosto ampio, che va dall'età di Roberto il Guiscardo con l'arrivo di un gruppo di monaci direttamente dalla Francia (XI secolo), a quella di Ruggero II o di Guglielmo d'Altavilla, con influenza francese per il tramite della seconda ondata normanna di Sicilia (XII secolo).










 In realtà questo sistema planimetrico è una soluzione tipica dell'area francese, in cui le soluzioni particolari sono numerose, mentre in Italia si riscontra in pochi altri monu- menti di età normanna, quali le cattedrali di Aversa e della vicina Acerenza, nei quali si intuisce però un impianto comune, attuato con modalità del tutto diverse. È lecito perciò pensare ad un architetto o protomagister importato dalla Francia nell'ultimo quarto dell'XI secolo, che si avvalse di maestranze e materiali profondamente radicati nella cultura locale. In questo edificio, per esempio, l'Anfi- teatro e tutti i monumenti della zona hanno fornito, come una cava, materiale già pronto per l'uso, al quale viene adeguata tutta la progettazione di dettaglio fatta sul posto. Anche la planimetria importata sembra trovare terreno fertile in schemi già sperimentati nella stessa area, come quelli del triconco e del deambulatorio.

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